Prima è stato per via di un film visto mercoledì, che era festa nazionale.
Una cosa da niente, ma non era mai successo. O quasi mai. A volte delle piccole discrepanze di valutazione c’erano state. Robuccie, cose da niente.
Prima di tutto la regia, poco coraggiosa!
Ma non direi, è un film che ha scene memorabili.
Memorabili, addirittura.
Pensa solo al finale. Pensa che fare una scena così a te sembra una cosa da niente, e invece è difficilissima.
Va bene, ma pensa a quasi tutte le altre scene, così televisive.
Ma per niente, è un film in costume, ti sbagli guarda, qui prendi una cantonata a dire televisivo.
Poi la cosa è continuata durante tutto il corso della settimana e il disaccordo si è focalizzato su una canzone che io ho ascoltato in maniera compulsiva e che ho inviato a D. dicendo senti un po’ la canzone che amerai. Invece lei mi ha scritto
Così il disaccordo è esploso in tutto il suo clangore.
Cosa stava succedendo?
Che significa se io e D. non abbiamo più gli stessi gusti?
Sabato sera siamo tornati al cinema, a vedere un film cileno e ho avuto paura che fosse la prova definitiva di qualcosa di tragico, che non avrei saputo gestire. Siamo stati immobili tutto il film, poi all’uscita mi sono sentito un giocatore di poker che non vuole tradire l’emozione. Ho trattenuto il fiato e ho detto: bene, a me è piaciuto.
Era piaciuto anche a lei. Allora mi sono sentito sciogliere una tensione dalle spalle e abbiamo continuato verso casa parlando del film. E c’erano dei disaccordi, e abbiamo rivangato i disaccordi precedenti, ma ho pensato che era importante non essere sempre d’accordo, che andava bene stare nel disaccordo, sostarci, e non solo perché era utile e se ne poteva ricavare qualcosa o un pensiero che altrimenti non sarebbe venuto fuori, non solo questo.
Stare nel disaccordo, non essere per forza d’accordo, ecco qui, va bene.
Mi sono trovato spesso nello schiumare del disaccordo, in vita mia. Ne sono uscito in più di una occasione dalla porta più larga, senza nessuna gloria per me, quella del menefreghismo. Ci sono invece rimasto, fino a imputridirci, con la mano stretta intorno all’elsa della spada che ero pronto a bandire, sempre, quando si trattava di cinema.