Ho un coinquilino nuovo che si chiama Piero, ma si fa chiamare Bodhi.
Mi ha proprio chiesto esplicitamente, dopo che aveva portato tutta la sua roba in casa e io gli ho detto: «Piero tutto a posto? Ti manca qualcosa?», che l’unica cosa di cui aveva bisogno era se per favore lo potevo chiamare Bodhi.
«Come hai detto?»
«Bodhi»
«Perché?» Ho chiesto io dopo un po’ che lo guardavo mettere a posto le sue cose. «Perché è più fico di Piero. Piero mi sa di canzone di De André, io mi sento l’opposto di De André, mi sento più Bodhi. Sarebbe l’abbreviazione di Bodhisattva, che è ancora più figo di Bodhi, ma comincia a diventare complicato, quindi Bodhi è sufficiente».
«Ok», gli ho detto io.
Chi se ne frega, ho pensato.
Piero il nuovo coinquilino, o come si fa chiamare Bodhi, l’abbiamo scelto dopo che Lapo se ne è andato, che si è trasferito dalla sua ragazza Martina. Con Diana abbiamo cercato per un po’ un sostituto (impossibile), e alla fine abbiamo scelto Piero perché durante il colloquio, quando abbiamo chiesto quale era il senso della vita per lui (dopo una sfilza di risposte assurde di altre persone veramente assurde e sbagliate) ha detto: «Il senso della vita è il cinema».
Ci siamo guardati con Diana e abbiamo detto: «È lui».
Piero Bodhi lo chiamiamo, con tutti e due i nomi per prenderlo per il culo, come se Bodhi fosse il cognome.
«C’è anche Piero Bodhi a cena?»
«No, Piero Bodhi è via per il fine settimana». Una cosa che fa ridere solo noi.
«Esiste tra i cinefili una prova che se riesci a compiere, raggiungi il Nirvana», mi ha detto un mercoledì Piero Bodhi, che stava sul divano. «La prova deve il suo nome a Ozaki, il più grande cinefilo di sempre, non originario del Giappone ma un semplice nick name».
«Ah», ho detto io per educazione.
«Si tratta di guardare otto fra sequel e remake di film del passato. Film che originariamente avevano qualcosa da dire: che hanno fatto ridere o che hanno significato qualcosa per qualcuno. Otto film tra remake e sequel, tra cui ci metterei Point Break e Zoolander Due ma anche Pride + Prejudice + Zombies va benissimo, te ne devi vedere otto di seguito a prescindere che tu segua solo il circuito dei cinema d’Essai».
«Sì… ma perché?»
«Sei un patito di Godard? Non importa, per capire veramente qualcosa di cinema e della vita ti devi guardare i sequel e i remake, ne devi guardare otto, a scelta tua, questo afferma Ozaki».
«Ma che cazzo stai a dire? Sono film di merda, Piero».
«No, tu vedi solo confini intorno a te, mentre noi che abbiamo conosciuto Ozaki, noi vediamo le verità», mi dice Piero che si è convinto di guidarmi in questo percorso di purificazione.
«Mmm»
«Sei solo uno snob, non sai nulla di cosa sia il cinema», aggiunge dopo un po’.
«Vedi Piero, è che quello non è cinema».
«Non capisci niente. Sei un coglione».
«Non è cinema, è spazzatura»
«Cazzate, tutto è cinema. Ragioni con categorie superate, con pregiudizi ereditati dal tuo essere élite culturale o illuderti di esserlo. Chaplin, ti rendi conto era considerato da gente come te, qualcosa di schifoso. Chaplin».
«Può darsi Bodhi», ho detto io piano, e quasi mi ha convinto.
«La risposta», ha concluso dopo un po’,«ti sarà data negli otto sequel di Ozaki. Essi possono liberarti, aprirti la mente: lo avverti anche tu che c’è qualcosa di sbagliato nel tuo mondo piccolo borghese, in tutto questo Adieu au Langage. Lo sai. È ora di scegliere da che parte stare. Da una parte la verità di Zalone, dall’altra le menzogne tentatrici di Godard»
Con Piero Bodhi abbiamo provato a guardare il remake di Point Break, ma non l’ho finito, era veramente troppo una merda. Davvero.
Oggi che è passato del tempo le cose non vanno bene: rimpiango i tempi andati, quando vivevo ancora con Lapo e i miei pregiudizi borghesi, quando non sapevo niente del mondo vero e delle esplosioni e dei lanci dagli aerei. Stavo meglio allora. Oggi il cielo è grigio, scrivo questo in biblioteca, dovrei tornare a casa a cambiarmi i calzini bagnati, ma so che troverei Piero Bodhi sul divano e mi costringerebbe a vedere qualche serie imprescindibile.
«La verità di Ozaki», mi ha detto Piero l’altra sera, «è che gli sport estremi sono Dio». Non ho trovato nessun argomento da opporgli, ho semplicemente annuito.
Diana dopo un po’ è tornata a casa dal corso di free climbing, molto molto stanca. Si è infilata nel letto senza quasi rivolgermi la parola, ha solo fatto riferimento a un qualche tribale sul collo che ha intenzione di tatuarsi.
Mi sono imbattuto in questa pagina per caso ,dopo che il sig. Ozaki ha rovinato un film della mia infazia, adesso che ho scoperto il senso della vita , me ne vado via ridendo.
Grazie.
Salute Qui_per_caso, l’autore del pezzo ti saluta