Un giorno ci siamo svegliati e quell’amabile mini poni di Silvia Costantino ci aveva infilati in una catena di Sant’Antonio. “Maledetta!” – abbiamo pensato. Poi ci siamo persi nello stupore del concetto stesso di catena di Sant’Antonio, uso o costume che credevamo estinto nei primi anni Novanta, e invece. Disperati all’idea di doverci piegare a questo giro di schiaffi, abbiamo chiesto al pietoso patrono di farci la grazia, ma ci ha ignorati. Allora pazienti ma anche un po’ riconoscenti, come si è riconoscenti al fuoco sempre di Sant’Antonio che ti insegna che cos’è il dolore vero, abbiamo seguito le istruzioni e ora siamo qui.
Abbiamo scoperto, mentre pronunciavamo invano il nome della suddetta Costantino, che per fare il gioco a modino bisognerebbe rispondere a undici domande, scrivere undici cose di noi, poi formulare undici nuovi quesiti e indirizzarli a tre blog con meno di duecento follower. Una cosa complicatissima, che ovviamente non faremo. All’unanimità ci limiteremo a rispondere a quattro domande, formularne sei e dire di noi cose sparse, dopodiché andremo a scomodare tre blog a caso. HA! Siamo veramente dei birbanti.
Ma andiamo a incominciare. Siamo un gruppo di egocentrici, slegato e vagamente allo sbando – cioè sempre sul crinale, ora compatto come i pettorali di Putin, ora fumoso e correntizio come una riunione del Pd. Per questi motivi risponderemo singolarmente, sicuri dell’amore che proviamo l’uno per l’altro.
Come mai hai (avete) aperto un blog?
Giovanni: dal canto mio credo sia stato un grosso palo che mi sono messo tra le ruote volontariamente per cadere lontano dal mio isolamento naturale. E poi per bere.
Francesca: per impressionare le ragazze/i ragazzi, ma soprattutto per diventare ricchissimi.
Ferruccio: non avevamo dei soldi da parte e così abbiamo deciso di non investirli in questa cosa che si chiama blog o sito web o chiamatelo come vi pare.
Emma: non l’ho aperto.
Simone: abbiamo aperto un blog per avere i biglietti omaggio per il cinema, poi la cosa ci è sfuggita di mano.
Lavinia: quando sono arrivata la porta era già aperta.
Quanto tempo gli dedicate?
Giovanni: scriviamo, almeno in teoria, due pezzi al mese a testa, e io su un pezzo ci posso stare dalle 4 ore ai tre giorni, mai di meno. Per il resto si tratta di pochissimo tempo extra, sempre troppo poco, che giuriamo di espandere a ogni riunione e non lo facciamo mai.
Francesca: molto meno di quanto meriterebbe, infatti è stranissimo che non ci abbia ancora lasciati per scappare con qualcun altro. Deve amarci davvero tanto, o essere solo molto stupido.
Ferruccio: dipende dai periodi e se per “tempo dedicato” si intendono anche i minuti passati a guardare film, anche quelli che poi non recensiamo. Comunque d’agosto circa 5 minuti.
Emma: tantissimo tempo, ma non per scrivere.
Simone: a tratti molto, prima che suoni la sveglia penso a parole come site specific, oppure a come finire una recensione/racconto. A tratti mi perdo in dei circoli di pensieri lontanissimi.
Lavinia: cinque minuti al giorno tutti i giorni, come gli squat, la cera di cupra per il viso e la lavatrice, spesso cinque minuti per tutte le cose insieme.
Giurate di dire sempre tutta la verità nient’altro che la verità?
Giovanni: io dico sempre bugie, è più forte di me, ma è uguale no?
Francesca: che ci guadagno?
Ferruccio: impossibile.
Emma: si.
Simone: esiste solo la verità.
Lavinia: ah, allora no.
Birrino la prossima volta che cisi?
Giovanni: magari bomber.
Francesca: io non posso berli, quindi dovrai berne due tu.
Ferruccio: solo se il primo giro lo offro io.
Emma: se ci sarò
Simone: birrini, al plurale.
Lavinia: io vado di bianchetto.
Detto questo, qui le nostre domande per gli amici di Verde Rivista, Stanza 251 e 404: file not found.
Il blog: palestra, trampolino o masturbazione?
Come vi comportereste se foste sopravvissuti all’apocalisse (qualsiasi tipo di apocalisse)?
Perché il vostro blog ha questo nome?
A quale classico della letteratura paragonereste il vostro blog? La bocciofila al Riccardo III di Shakespeare.
Qual è l’anagramma del titolo del vostro blog?
Noi siamo in fuga, e voi?
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