Guardando il bel film sulla Arendt e il processo ad Eichmann ho realizzato una cosa che sapevo già: ho un sacco di amici nazisti. No dai, scherzo: ho un sacco di amici filosofi.
Il mio migliore amico? È un filosofo. La mia ragazza? Perché me lo chiedete: è una filosofa.
Agli aperitivi bevo negroni sbagliati con persone che hanno letto Essere e tempo e Parerga e paralipomena – ma in fasi diverse della loro vita.
Ho parenti filosofi. Parenti prossimi.
Mia madre non è una filosofa ma la notte legge Gurdjieff e a volte lo cita.
Attenzione: all’interno di questo blog ci sono dei filosofi.
Anche il ragazzo di una mia amica aveva cominciato Economia e Marketing nel sistema agro-industriale a Bologna ma poi l’ha trovata una laurea sopravvalutata e s’è iscritto a Teoretica a Firenze. Adesso organizza le serate all’ex-Cargo e ha lasciato la mia amica.
Il mio professore di filosofia era un filosofo.
A Firenze puoi incontrare filosofi al Pittamingolli, al nuovo Caffè Notte e ovviamente al Disagio.
Una volta ho incontrato un filosofo al dopo chiusura del Blob che mi ha convinto a fare un altro giro d’assenzio chiamando in causa la teoria della staffa.
Conosco persone che sostengono l’inconsistenza di Merleau-Ponty e contemporaneamente ti chiedono una sigaretta.
Ne conosco altre che potrebbero parlare per giorni dell’espressione “sostenere l’inconsistenza”.
Studiare filosofia ti dà un’infarinatura generale – dice sempre mia mamma – come se le persone fossero delle sogliole e il mondo una gigantesca padella d’olio bollente.
In generale penso che nessun profeta, in nessuno dei suoi peggiori incubi, avesse mai neanche lontanamente prospettato la combo filosofi+twitter.
Infine, tirando queste fila spampanate, vorrei dire che non ti puoi girare un attimo che ti ritrovi circondato da persone barbute con idee originali sul mondo, ti ritrovi a letto con ragazze laureate sul concetto di entelechia, Nancy, Lévinas, Maurice Blanchot, e poi?, e poi giochi a tennis con ermeneuti stanchi, whatsuppi con gente alla vorace ricerca di una risposta, di una definizione programmatica che non vacilli – mai più! – e cammini per il centro con dottorandi disillusi ma pieni negl’occhi di una grazia antica, la fluoxetina, supplenti di liceo, il disordine ossessivo compulsivo, esegeti senza sonno, infinito e totalità fanno venire le occhiaie, MDMA, amici e parenti, e tu che spargi il tuo affetto su di loro come formaggio su una carrettiera – loro hanno tratti tipici, non si vestono alla moda ma si riconoscono comunque benissimo, e sanno che il lavoro uccide, pensano ad un sacco di cose mentre ti servono al bancone del bar o mentre ti guardano impettiti provare un vestito da Cos – alcuni hanno una cattedra in Canada, alcuni hanno assegni di ricerca e scrivono di cose oscure, alcuni compariranno nelle bibliografie del futuro – e sanno che non è mai esistito nessun compenso, che NON VOGLIAMO PIÙ FATTI MA SOLO PROMESSE, che gli anni ’70 furono fantastici soltanto dopo, e che a quanto pare Taubes si chiudeva in bagno per non incontrare Blumenberg. A proposito: hai mica una sigaretta?
È uno degli articoli più belli che abbia mai letto. Ammetto subito che studio filosofia (e che mi è dispiaciuto sapere che Taubes si chiudeva in bagno per non incontrare Blumenberg: era un tenerotto, saccente, ma cuoriciotto).
Non farò un trattato sulle varie ragioni per cui credo che quest’articolo sia molto ben equilibrato, originale e profondamente patemico, ma spero di restituirti – con questo stesso commento – al meno, una parte del piacere che ho provato io leggendo il tuo “pezzo”.
In ultimo, replicando – come si conviene a chiunque “faccia filosofia” – con una citazione, mi limito a sottolineare che per questi filosofi del savage-look «non si tratta di ciò che sbagliando affermavano gli anziani: questi che ciondolano non sono uomini trascurati, bensì citazioni colte, citazioni da Rousseau».
Ti saluto e ti invito a leggere un articolo, anche questo ludico, che potrebbe interessarti: https://youmaniac.wordpress.com/2015/04/14/quando-la-donna-indica-la-luna-gli-uomini-si-guardano-il-dito/
toffee, che dire. ti ringrazio molto e sono sul punto di dire che è per momenti e commenti come questo che scrivo. è bello diventare citazioni. una sensazione vicina a quella espressa da frida nel pezzo che mi hai suggerito (un’altra cit.), e che fortunatamente ho amato – dico fortunatamente perché almeno posso ricambiare i tuoi complimenti senza fingere di farlo. ho adorato il pezzo “Vermi al tempo delle mele”, davvero. adesso ho un nuovo preferito sulla barra – lo so, suona male. visto che è venerdì, e visto che il venerdì viene prima del sabato, vorrei chiudere con una doppia cit., o una doppia semicit.(io non sono un filosofo, ero il buco al centro del mio pezzo):
“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è sabato sera.”
…in quel tempo, prima della memetica, dove poi atterrarono, e come da prospetto del profeta si istallarono per sempre. giova ti amo