di Viola V. Giacalone
Quando ti trasferisci a Parigi e ancora non sei nessuno, non conosci nessuno e, per dirlo alla francese, non hai un cazzo da fare, l’unica cosa sensata è vagare per interminabili ore lungo i Boulevards affollati (Neew yoooork Herald Tribuuunee), prendere metro a caso e ogni tanto sedersi a un café qualunque per riposare le gambe.
Non mi sono mai sentita così sola e felice al contempo. Anche se adesso posso dire di avere un’identità quassù, ogni tanto mollo tutto e cammino fino a quando non sono diventata parte della strada e non ho più un corpo né un nome. Se non si dà uno scopo a queste divagazioni urbane, si rischia di impazzire, dopo poco. È qui che i cinema entrano in gioco, per farti impazzire nel modo giusto.
Quando ti trasferisci a Parigi e sei un cinefilo, la vita ti sorride. Hai un fil rouge da seguire e le lunghe passeggiate solitarie acquisiscono uno scopo. Sei nessuno ma hai una missione. La tua Itaca: trovare quello o quell’altro cinema e schiacciarci qualche ora in pace.
Poco a poco scopri un’altra Parigi e comprendi che nel mondo dei cinefili, che qui sono tantissimi, tutto gira intorno ai cinema, cuori pulsanti dei quartieri. Inizi proprio a orientarti coi cinema: se vado a studiare in quel bar sulla Rue Mazarine, sarò accanto al Christine 21, se dopo vado a bermi una birra verso Strasbourg-Saint-Denis, prima posso vedere cosa passano all’UGC Opéra. Questo è lo stadio iniziale.
Poi, come un Roland Barthes dei poveri, inizi a trarre importanti conclusioni sociologiche dall’osservazione della fauna che li popola e circonda. La metamorfosi barthesiana ti fa accedere senza indugi allo stadio finale: sei l’Indiana Jones dei cinema parigini. Le tue conoscenze storiche e il tuo sangue freddo ti permettono di andare alla ricerca di tesori inestimabili: versioni originali di cinema d’essai polacco, “Paris, Texas” presentato da Wim Wenders, sconto studenti sulle maratone notturne; ma anche di evitare pericoli mortali come le code infinite all’UGC a Les Halles o le sale non aerate d’estate….
Dopo molte, incredibili, avventure; dopo essere stato temprato dall’oscurità delle sale più recondite e polverose di Parigi; dopo aver affrontato i giganteschi cinema di Boulevard des Italiens; puoi finalmente tornare a essere nessuno, scegliere comodamente il film che vedrai domenica sera, comprare una coca cola ghiacciata, e uscire dalla sala da solo, ripensando al film che hai visto mentre torni a casa. E perché no, pensare di scriverci un racconto.
Luisa Casubolo dice
Molto bohemienne.. Bellooo